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TESI DODICI

Tutti gli esseri umani sono fatti a immagine di Dio e devono essere rispettati per quello che sono. Pertanto nessuna descrizione esteriore dell’essere di ciascuno basata sulla razza, l’etnia, il genere e l’orientamento sessuale, né alcun credo basato su parole umane elaborate dalla religione in cui si è stati educati possono essere usati come giustificazione di rifiuto o di discriminazione.

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Ciò appare ovvio in teoria, ma nella storia cristiana è stato dif­ficile per i credenti viverlo realmente. Nell’animale umano si dà la stessa ricerca di sopravvivenza che segna tutti gli esseri viventi. La nostra paura di chi è diverso nasce da tale ricerca di soprav­vivenza. Com’è possibile che l’antisemitismo sia stato il prodotto della religione fondata sull’ebreo Gesù? Che i capi della Chiesa abbiano giustificato guerre chiamate “crociate” per uccidere gli infedeli, in quel caso musulmani, che vivevano nella terra che i cristiani definivano santa? Che i cristiani abbiano cercato di man­tenere pura e intatta la loro fede bruciando sui roghi chi discor­dava dall’ortodossia del loro credo? Su che base etica alcuni papi nella storia hanno giustificato la pratica della schiavitù contro i neri? Com’è che i cristiani di origine europea che vivevano nella parte degli Stati Uniti nota come “cintura della Bibbia” non solo hanno schiavizzato altre persone di origine africana, ma si sono

anche opposti alla rinuncia a questa malvagia pratica nella guerra più sanguinosa della storia nordamericana?

Quando la schiavitù è stata sostituita dalla segregazione, com’è possibile che coloro che rivendicavano l’identità cristiana si siano opposti al suo superamento con idranti, cani poliziotto e bombe nelle chiese in cui sono morte solo bambine? Com’è possibile che le guide cristiane abbiano potuto definire la metà femminile dell’umanità come sub-umana, non permettendo alle donne di avere proprietà a loro intestate fino al XIX secolo, né di andare all’università fino al XX, di votare, di esercitare determinate professioni, di arrivare all’ordinazione, di partecipare alla politica e candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti fino alla fine dello stesso XX secolo o all’inizio del XXI? Com’è possibile che la Chiesa abbia continuato a credere che l’omosessualità sia uno stile di vita che si sceglie, motivato da una malattia mentale o dalla depravazione morale e che lo abbia fatto anche cinquant'anni dopo il rifiuto e l’abbandono di queste concezioni da parte del sapere medico e scientifico? Sono tutti fatti reali e hanno lasciato nella storia cristiana una macchia che non si cancellerà facilmente dalla nostra memoria.

Il mandato di Gesù di amare il prossimo come se stessi sembra non sia stato ascoltato dalla Chiesa. La parabola del buon samaritano, che suggerisce si debba amare l’oggetto delle proprie paure e dei propri più profondi pregiudizi, è stata ignorata. Quando la Chiesa ha cantato inni come “Just as I am without one Plea, O Lamb of God I come” (Vengo, o Agnello di Dio, così come sono, senza nessuna difesa), la maggior parte delle volte non era che una menzogna.

Vi sono senza dubbio molte cose nella storia della Chiesa di cui bisogna pentirsi. L’unico cammino che abbiamo davanti è compiere questo atto di penitenza apertamente, con onestà, e chiedere perdono alle nostre vittime. I bianchi si lamentano dell’ira dei neri, ira che gli stessi bianchi hanno provocato. Noi cristiani ci lamentiamo dell’ira dei musulmani, ira che abbiamo alimentato per secoli, dalle crociate dei secoli XI-XIII fino alla nostra ricerca di petrolio nel XX e XXI secolo. Gli uomini temono oggi l’accesso delle donne al potere e gli eterosessuali temono la richiesta degli omosessuali di un matrimonio egualitario. Tutto ciò è espressione d’ignoranza e di pregiudizi religiosi. Una Chiesa cristiana la cui moralità è così compromessa su tante questioni della nostra storia non potrà mai offrire al mondo una guida morale.

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Brano tratto dal libro "Oltre le religioni" ed. Gabrielli Editori

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