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“Come ogni libro di padre Ortensio, anche questo susciterà scandalo, scalpore, sarà fonte di polemiche e censure, e si aggiungerà ai tanti testi vivamente sconsigliati da chi ha paura di tutto ciò che è nuovo.” Alberto Maggi

Una ricerca appassionata, paziente, vitale, mai paga di certezze stabilite una volta per tutte. Questa è la teologia che ha praticato Ortensio da Spinetoli, uno dei più profondi e inascoltati teologi italiani. Isolato, processato dal Sant’Uffizio, allontanato dall’insegnamento per i suoi libri e le sue lezioni, Ortensio non ha mai gettato la spugna, convinto che leggere e interpretare i testi sacri non fosse questione di autorità ma di competenza. Forte di questa consapevolezza, ha affrontato con coraggio e determinazione alcuni concetti teologici che sono un tabù per la maggioranza dei credenti. Il “peccato originale” (di cui Gesù mai ha parlato), l’“ultima cena”, l’“eucarestia”, la “verginità di Maria”, il “sacrificio della messa”, la “mistica del patire”, le basi stesse della dottrina cattolica sono indagate da Ortensio da Spinetoli con il rigore e la profondità che solo uno spirito libero può avere. Questo libro, un gioiello di sintesi e intelligenza che viene pubblicato postumo, è un omaggio alla teologia come impresa scientifica sempre aperta a nuove scoperte e brillanti intuizioni.

Un manifesto per un salutare rinnovamento teologico della chiesa, mai come oggi così necessario. Una chiesa che per Ortensio è ancora ferma ai pensatori medievali.

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In Appendice una lettera di Ortensio da Spinetoli a papa Francesco, del 20 settembre 2013, per la prima volta pubblicata in forma integrale.

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