Con i loro miti e i loro dogmi, con le loro leggi e la loro morale, le religioni sono state a lungo il motore del sistema operativo delle società. Ma, almeno nella forma che ci è familiare, non sono destinate a durare per sempre. “Per sempre” è la spiritualità, intesa come dimensione profonda costitutiva dell’essere umano, non la religione, che ne costituisce la forma socio-culturale concreta, storica e dunque contingente e mutevole. La tesi degli autori del libro – John Shelby Spong, María López Vigil, Roger Lenaers e José María Vigil, quattro tra i nomi più prestigiosi, brillanti e amati della nuova teologia di frontiera – è che le religioni così come le conosciamo siano destinate a lasciare spazio a qualcosa di nuovo e non ancora facilmente prevedibile, ma sicuramente aprendo all’insopprimibile dimensione spirituale dell’essere umano un futuro ricco di straordinarie possibilità.
Ma che ne sarà in questo quadro della tradizione di Gesù? Riuscirà il cristianesimo nell’impresa di trasformare se stesso, reinterpretando e riconvertendo tutto il suo patrimonio simbolico in vista del futuro che lo attende? Riuscirà a liberarsi di dogmi, riti, gerarchie e norme, di tutti quei rituali religiosi che, spesso e volentieri, hanno finito per sovrapporsi al Vangelo, per reprimere e soffocare la Vita che Gesù ha difeso, a cui ha dato dignità?
È a questo compito tutt’altro che semplice che hanno rivolto le loro riflessioni, e dedicato la loro vita, gli autori di questo libro, ma a cui guardano con interesse e passione anche tutti coloro – e sono sempre di più – che avvertono la necessità di trasformare radicalmente la propria religiosità, vivendo ormai dolorosamente la contraddizione con la dottrina ufficiale o coltivando una vita spirituale al di fuori di ogni steccato religioso.
C’è insomma – dicono gli autori del libro – tutto un mondo nuovo che cerca di nascere e che preme per venire alla luce.