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TESI SETTE

La risurrezione è un’azione di Dio, Gesù è stato elevato nella direzione del significato di Dio. La risurrezione, pertanto, non può consistere in un risuscitare fisico all’interno della storia umana.

Nulla temono di più i cristiani tradizionali del tentativo d’in­tendere il momento della Pasqua come qualcosa di diverso da un cadavere che ritorna dalla morte per reincorporarsi alla vita spa­zio-temporale del mondo. E, tuttavia, nulla nel Nuovo Testamen­to giustifica questa interpretazione letterale e fantastica di ciò che la risurrezione realmente è stata e continua a essere.

È interessante notare che Paolo, il primo autore di uno scritto entrato a far parte del Nuovo Testamento, non descrive mai alcu­na apparizione del Cristo risorto. Ci fornisce semplicemente una lista di quanti erano stati testimoni della risurrezione (lCor 15,1- 6, risalente all’anno 54). Nella lista include se stesso, con la diffe­renza, dice, che quella era stata l’ultima apparizione. Gli esperti stimano che la conversione di Paolo sia avvenuta non prima di un anno dopo la crocifissione né dopo sei.[1] Fu un corpo fisicamente

risorto quello che vide Paolo? Un corpo risuscitato ancora in giro dopo tanto tempo? Di certo Luca non la pensava così. Descrive la conversione di Paolo, la sua percezione del Gesù risorto, come qualcosa derivante da una visione nel cammino di Damasco, non come la percezione di un corpo fisico (At 9,1 lss). Inoltre, in Luca, il corpo fisico lascia la terra nell’ascensione quaranta giorni dopo la Pasqua (Lc 24; At 1).

Quando Marco, che scrive il vangelo più antico, riporta il suo racconto della risurrezione, non raccoglie alcuna narrazione di apparizioni del Cristo risorto (Mc 16,l-8).[2] Piuttosto, c’è un messaggero che annuncia che Gesù è risorto e che li precederà in Galilea, ed essi lo vedranno quando ritorneranno alle loro case.

I racconti di Pasqua del Nuovo Testamento, quando vengono esaminati nel loro insieme, non dimostrano nulla. Riguardo al momento della Pasqua, discordano su tutti gli aspetti significativi. Non concordano su chi si è recato presso la tomba: ogni vangelo ha una lista diversa di donne. Non sono d’accordo se le donne abbiano visto o meno il Cristo risorto. Non sono d’accordo se i discepoli abbiano visto per la prima volta il Cristo risorto a Gerusalemme o in Galilea. Non sono d’accorso su chi è stato il primo a vederlo. Non sono d’accordo se l’ascensione sia avvenuta prima o dopo le apparizioni del Cristo risorto.

Questo genere di comparazione potrebbe significare che non esiste un momento oggettivo della risurrezione e che, di conseguenza, tutto ciò di cui disponiamo sarebbero teorie soggettive. Ma potrebbe anche significare che ciò che chiamiamo “risurrezione” sia stata un’esperienza così potente e trasformatrice da non poter essere espressa a parole e che ciò che ci stanno indicando tali contraddizioni non è altro che l’esistenza di tentativi soggettivi di esprimere quella che è stata e sempre sarà l’esperienza di una meraviglia ineffabile.

Credo che la risurrezione di Gesù sia reale. Non credo che ab-bia nulla a che vedere con una tomba vuota né con un corpo che risuscita. E la visione di qualcuno che non è più legato ai limiti della nostra umanità. E il richiamo a una nuova coscienza, il richiamo a una nuova realtà, oltre il tempo e lo spazio.

In questo breve scritto non posso entrare nei dettagli della Pasqua così esaustivamente come ho potuto fare nel mio libro di trecento pagine intitolato Resurrection: Myth or Reality: A Bishop Rethinks thè meaning of Easter, disponibile anche in spagnolo. Semplicemente, lo spazio di cui dispongo qui non permette una tale esaustività. Permettetemi allora di concludere questa tesi sulla risurrezione esprimendo la mia convinzione fondamentale: la Pasqua è qualcosa di profondamente autentico, ma non suscettibile di descrizione letterale.

 

 

 

[1] La datazione proviene dall’opera dello storico del cristianesimo Adolph VON Harnack, Mission et expansion du christianisme: aux trois premiers siècles,

[2] I versetti dal 9 a 21 del capitolo 16 sono un’aggiunta posteriore a Marco, cfr. la RSV (The Revised Standard Version of thè Bible), disponibile al link: http:// quod.lib.umidi.edu/r/rsv/browse.html, accesso: 10 settembre 2014. Ceri, Paris 2004 (sulla IV ed. tedesca del 1924; prima pubblicazione: Lipsia 1906).

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Brano tratto dal libro "Oltre le religioni" ed. Gabrielli Editori

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